Titolo: La
grande bellezza;
Regista: Paolo
Sorrentino;
Attori: Toni
Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Carlo Buccirosso, Maria Rosaria Forte,
Pasquale Petrolo, Galatea Ranzi, Pamela Villoresi, Isabella Ferrari, Giovanna Vignola,
Roberto Herlitzka;
Durata: 150
min;
Genere: Drammatico;
Produzione: Italia,
Francia, 2013;
Premi: 1
Premio Oscar 2014 “Miglior film straniero”; 3 Nastri d’Argento 2013 “Miglior
attore non protagonista” a Carlo Verdone, “Miglior attrice non protagonista” a
Sabrina Ferilli e “Miglior fotografia” 6 Nomination Nastri d’Argento 2013 “Migliori
regia”, “Miglior sceneggiatura”, “Miglior colonna sonora”, “Migliori costumi”,
“Miglior sonoro in presa diretta” e
“Miglior produzione”; 1 Golden Globes 2014 “Miglior film straniero”; 1 Premio
BAFTA 2014 “Miglior film straniero”; 4 European Film Awards 2013 “Miglior film
europeo”, “Miglior regista europeo” a Paolo Sorrentino, “Miglior attore
europeo” a Toni Servillo e “Miglior montatore europeo” 1 Nomination European
Film Awards 2013 “Miglior sceneggiatore europeo”; 1 Nomination Cesar 2014 “Miglior
film straniero”.
“La grande bellezza” è un film di Paolo
Sorrentino sulla coscienza e sulla vita, ambientato a Roma, la città eterna,
l’Urbe.
Il
film racconta un periodo della vita del protagonista Jep Gambardella: giornalista, scrittore e critico d’arte.
Alla festa del suo sessantacinquesimo compleanno tenuta in una terrazza affacciata
sul Colosseo, il protagonista e i suoi ospiti sono immersi in una grande
baldoria, in un’apparente ricerca del divertimento e in un disperato tentativo
di ritrovare la gioventù persa. Simbolo
di tutto ciò è la colonna sonora della festa: il brano degli anni ’70 di
Raffaella Carrà “A far l’amore comincia
tu” remixato nel 2011 da Bob Sinclair. Jep occupa faticosamente le sue
giornate tra interviste ad artisti e personaggi famosi, svegliandosi a
mezzogiorno dopo aver trascorso notti brave con un unico obiettivo: rimanere
il principe della mondanità “il mondano fra i mondani”. Il suo gruppo di amici del “salotto buono” è
composto da autori teatrali falliti e senza nuove idee, ricchi commercianti
adulteri e infedeli, facoltose donne di mezza età, religiosi più preoccupati
dell’aldiquà che dell’aldilà e scrittori snob e politicamente orientati senza
un briciolo di talento. Durante questo periodo la strada di Jep incrocia quella
di altri personaggi particolari e intriganti che per un motivo o per un
altro si spengono rapidamente ed improvvisamente come lampadine. Jep continua a vivere, o meglio a
sopravvivere, riflettendo ma non cambiando.
Gli
attori recitano e intrattengono in una scenografia perfetta, portando in giro
per Roma lo spettatore: l’Anfiteatro Flavio, Fori Imperiali, Piazza
Navona, le terme di Caracalla, i Musei Capitolini, la fontana dell’ Acqua
Paola, il Gianicolo, il parco degli Acquedotti, i Muraglioni del Tevere e tanti
altri angoli meno conosciuti, ma eccezionali.
Immancabile
nei film di Sorrentino e fulcro del cast è l’afragolese Toni Servillo che interpreta
con maestria e convinzione i panni di Jep. Fra il gruppo di attori ci
sono i romani Carlo Verdone (Romano),
Sabrina Ferilli (Ramona), Pasquale Petrolo meglio conosciuto come
Lillo del duo Lillo & Greg (Lillo) e Galatea Ranzi (Stefania), i napoletani Carlo Buccirosso (Lello Cava) e Maria
Rosaria Forte (Trumeau), infine Pamela
Villoresi (Viola), Isabella Ferrari
(Orietta), Giovanna Vignola (la
direttrice nana Dadina) e Roberto
Herlitzka (il cardinale Bellucci).
Simbolo
di questo film è certamente il trenino: rappresentazione visiva della vita del
protagonista, tanto divertente e spassoso quanto sterile e senza meta.
Al
termine del film, ciò che più colpisce è la fredda e oggettiva riflessione di Jep
Gambardella sulla propria vita: un’esistenza inutile e superficiale.
Dove si trova allora “La grande bellezza”? Dal
mio punto di vista, bisogna cercarla grattando la superficie e scavando nella
memoria.
La
citazione da segnalare è certamente quella frase pronunciata da Jep commentando
la sua età:
“La più
sorprendente scoperta che ho fatto subito dopo aver compiuto sessantacinque
anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare”.
Il
mio giudizio è “Si può vedere” con lo spirito di chi non vuole giudicare,
di chi non cerca risposte in questo film e di chi accantona i premi, il
successo e i pomposi festeggiamenti (esagerati a mio parere) che influenzano l’opinione di qualcuno.
Voto: 6,5/10.
Un pensiero e un
sorriso dallo spettatore Alessio
Citazioni: “La più
sorprendente scoperta che ho fatto subito dopo aver compiuto sessantacinque
anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare”, “È tutto sedimentato sotto il
chiacchiericcio e il rumore, il silenzio e il sentimento, l'emozione e la
paura… Gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza. E poi lo squallore
disgraziato e l'uomo miserabile”, “Non volevo essere semplicemente un mondano,
volevo diventare il re dei mondani. Io non volevo solo partecipare alla feste,
io volevo avere il potere di farle fallire!” e “Finisce tutto così, con la morte. Prima però c'era la vita,
nascosta dal bla bla bla…”.