domenica 30 marzo 2014

LA BATTAGLIA DI ALGERI

Titolo: La Battaglia di Algeri;  
Regista: Gillo Pontecorvo; 
Attori: Yacef Saadi, Jean Martin, Michele, Fawzia El Kader, Ugo Paletti; 
Durata: 121 min; 
Genere: Drammatico; 
Produzione: Italia, Algeria, 1966;
Premi: 3 Nomination Premio Oscar 1966 “Miglior film straniero”, “Migliori regia” e “Miglior sceneggiatura originale”; 3 Nastri d’Argento 1967 “Miglior regia”, “Miglior fotografia in bianco e nero” e “Miglior produzione”;  1 Leone d’oro di San Marco 1966 “Miglior film” alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

“La battaglia di Algeri” è un film documentario che racconta gli avvenimenti che portano all’indipendenza dell’Algeria.

La città di Algeri nel 1954 è divisa in due grandi quartieri: uno europeo, moderno e ricco e uno arabo, periferico e povero chiamato la “casbah”. La prima parte del film mostra la fase terroristica operata dal Fronte di Liberazione Nazionale in città cioè gli attentati dinamitardi e gli omicidi nei confronti sia della polizia che della popolazione civile francese. Fra i personaggi che spiccano, risalta i giovani rivoluzionari  Ali La Pointe e Halima. Lacrime e sangue scorrono per le strade di Algeri e portano il governo francese ad inviare nella città la 10° divisione di paracadutisti guidata dal tenente colonnello  Philippe Mathieu. L’arrivo del comandante reduce dalla seconda guerra mondiale, dai movimenti antinazisti in Francia, dalla campagna d’Italia e dalla guerra d’Indocina è la svolta della pellicola. I paracadutisti francesi combattono contro un nemico difficile da scovare e da colpire utilizzando i metodi più violenti e infimi. I risultati sono innegabili: il FNL subisce moltissime perdite e sembra quasi sconfitto. Nonostante la repressione e le torture, i francesi non sono in grado di fermare il desiderio di libertà ed indipendenza del popolo che nel 1960 torna in piazza. Dopo  due anni di aspri combattimenti, lutti e dimostrazioni, l’indipendenza sarà sancita il 2 luglio 1962.

Il cast è formato da tutti attori non professionisti con la partecipazione anche di persone che hanno contribuito direttamente al raggiungimento dell’indipendenza. L’unico attore è Jean Martin, nel ruolo del comandante Mathieu, perfetto, sempre composto, rude e glaciale.

Il film segue un ritmo pressoché costante, stringante e martellante nel susseguirsi delle scene.

La pellicola è girata ad Algeri da una produzione quasi interamente italiana grazie al feeling creatosi fra i governi dei due paesi. È una vera denuncia documentata alle atrocità di quel periodo.

Ci sono due particolari che rimangono fissi in modo particolare nella testa dello spettatore. Il primo è l’intero sonoro del film: dai tamburi delle truppe francesi alle musiche intervallanti di Ennio Morricone, dalle urla delle donne della casbah al rumore assordante delle bombe. Il secondo è l’uniforme dei paracadutisti che in patria sono chiamati les lezards, le lucertole.  

Una citazione interessante e riflessiva è la risposta retorica del comandante Mathieu ai giornalisti a proposito dell’opinione di quest’ultimo sulla guerra di Algeria: “La Francia deve rimanere in Algeria?”.

Un film “Assolutamente da vedere” che racconta in maniera cruda e concisa un argomento che i nostri libri di storia non affrontano abbastanza.

Voto: 7,5/10.

Un pensiero e un sorriso dallo spettatore Alessio


Citazioni: “Ma mi spiegate perché i Sartre nascono tutti dall'altra parte?”, “La Francia deve rimanere in Algeria?” e “Sai Alì, una rivoluzione è difficile iniziarla, ancora più difficile è vincerla. Ma quello che sarà veramente difficile verrà dopo che avremo vinto”.

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