Titolo: Il giorno
della civetta
Regista: Damiano
Damiani;
Attori: Claudia
Cardinale, Lee J. Cobb, Franco Nero, Serge Reggiani, Ugo D'Alessio, Tano
Cimarosa;
Durata: 112 min;
Genere: Drammatico;
Produzione: Italia, 1968;
Premi: 4 David di
Donatello 1968 “Miglior produttore”, “Miglior attrice protagonista” a Claudia
Cardinale, “Migliore attore protagonista” a Franco Nero e “Miglior regia” a
Damiano Damiani;
2
Nastri d’Argento 1969 “Miglior produzione”.
“Il giorno della civetta” è tratto dall’omonimo
romanzo-denuncia scritto da Leonardo Sciascia e pubblicato nel 1961.
Il capitano dei carabinieri Bellodi di
origini parmensi viene inviato in un piccolo paesino della Sicilia. Nello stesso
periodo viene assassinato il piccolo impresario Salvatore Colasberna e sparisce
un muratore Paolo Nicolosi. Il film ritrae tutte le caratteristiche principali
delle organizzazioni mafiose: Don
Mariano Arena, capomafia con amicizie importanti nella DC, potere
illimitato, rispettato e venerato da tutti.; Pizzucco, un uomo spregevole, non molto intelligente, al
secondo livello della piramide del potere; Zecchinetta,
l’autore materiale degli omicidi, il braccio violento, che non chiede mai ed
esegue qualsiasi cosa; Rosa Nicolosi,
vittima della sparizione del marito, abbandonata da tutti, vittima della mafia,
dell’omertà, del potere, isolata, malgiudicata dal paese e etichettata come una
“poco di buono”; Parrineddu, l’informatore
dei carabinieri, che non sa tacere (come la legge mafiosa impone); il capitano Bellodi, nordico, bello e
integerrimo che rappresenta la giustizia onesta e mai doma anche se circondata
da una piovra impossibile da sconfiggere.
Il
cast è rilevante: ricordiamo con enorme piacere Claudia Cardinale, stupenda, bellissima e totalmente
credibile nel ruolo di Rosa, Franco
Nero nel ruolo del capitano
Bellodi, Lee J. Cobb nel ruolo di Don Mariano e uno straordinario Tano
Cimarosa, caratterista del mafioso siciliano, nel ruolo di Zecchinetta.
Quest’ultimo raccoglie tutte le movenze, gli sguardi e le frasi del tipico
manovale violento.
La
pellicola è una denuncia, non tanto alla mafia in sé, ma soprattutto verso una
popolazione che accetta questi soprusi e non si ribella, perché non è
ancora pronta o semplicemente perché va bene così. I tentacoli di questa piovra
sono forti, troppo vigorosi per essere sconfitti dal coraggio e dall’arguzia
del capitano Bellodi.
Film
convincente, serio, forse anche un po' malinconico,: “Assolutamente da vedere”.
Voto: 8,5/10.
Un pensiero e un sorriso dallo spettatore Alessio.
Citazioni: "Io divido l'umanità in cinque categorie: ci sono gli uomini veri, i mezzi uomini, gli ominicchi, poi mi scusi i ruffiani e in ultimo, come se non ci fossero, i quacquaracquà. Sono pochissimi gli uomini, i mezzi uomini pochi, già molti di più gli ominicchi sono come bambini, che si credono grandi. Quanto ai ruffiani, stanno diventando un vero esercito. E infine, i quacquaracquà: il branco di oche" e "Voi mi state dicendo a vostro modo che non parlate perché gli assassini sono ancora in libertà. Ma gli assassini sono in libertà perché voi non parlate".
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